Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)

Giorgio DE CHIRICO (Gruppo «Valori Plastici»)


Fra i giovani pittori che hanno saputo svegliare e sanno mantenere vive le più bramose esigenze della moderna critica non v'è, crediamo, pittore più tipico, artista più eccentrico di G. De Chirico. Vogliono che anch'egli figuri come un eroe nella schiera dei cosiddetti rinnovatori e rivoluzionari della moderna pittura: e non pochi sono coloro che, dove più ferve la vanità delle rinnegazioni, lo eleggono ad esempio e se ne professano seguaci.

Ma noi vogliamo contestare questa attribuzione generica e superficiale assicurando che nessuna preoccupazione, di carattere diciamo cosi temporale, agitò mai il nostro artista oltremodo indifferente all'aspra polemica nella quale è veramente impegnata la pittura d'oggi.

Serafico quanto mai, non turbato da dubbio alcuno sulla condotta che deve seguire il suo lavoro, come resistente alle insidie della bellezza naturale, Giorgio De Chirico è un artista tutto chiuso nella rocca forte della sua misantropica natura cui attinge le sorprese più straordinarie per contribuire con una originalità impreveduta a generare meraviglie e stupori: In suo possesso è certamente la magia in forza della quale egli gode il privilegio di produrre l'incanto di un mondo inverosimile e seduttore, dove alcuni sentimenti suoi peculiari riescono a trovarsi riflessi ed anche personificati in una mitografia che costituisce un documento eccezionale di ironismo melanconico e tragico.

Naturalmente questa sua facoltà di creatore fantastico ha trovato in successo di tempo modi e condizioni diverse per esprimersi ed evolversi. In un primo periodo la sua pittura soffre di una specie di romanticismo sonnambolico che si risolve in effetti di una tragica attesa, di una cupa angoscia che agiscono su di noi come un presagio di catastrofici avvenimenti. Ma il fondo di questa sua anima incline alla iperbole e alla immaginazione paradossale ha trovato la sua incarnazione più audace e più tipica nel periodo di lavoro cosiddetto metafisico. Metafisici sarebbero per De Chirico certi stati d'animo speciali, più spiritici che propriamente trascendentali come la parola vorrebbe suggerire: stati d'animo alla cui concretazione pittorica concorrono non soltanto le forme che son proprie alle cose che si vogliono evocare ma elementi eterogenei e persino fantasticamente assurdi, i quali con un getto d'ironismo stranissimo sanno tuttavia svegliare alcuni sentimenti caratteristici di un romanticismo eroico e nostalgico. A parte la critica di cui può essere oggetto questa singolare attitudine creatrice non è possibile rifiutare ad alcune di queste magiche materializzazioni del De Chirico generate in fondo, dall'incubo di una sottile sofferenza, una forza patetica di sommo grado. Gli esponenti più felici di questo periodo ci sembrano Ettore e Andromaca, Il Trovatore, Natura Morta evangelica, Il grande metafisico.

Ma ora l'opera del De Chirico volge per altra via, una strada maestra nella quale lo hanno fatto felicemente sboccare le stesse sue consentite virtù di grande pittore di razza. Ora le sue rappresentazioni si rassegnano negli aspetti naturali delle cose cimentando l'artista nella soluzione di necessità più sostanziali della pittura senza che per questo sia in lui sopita l'ardente immaginazione e il sentimento dominante di subordinare la pittura alla vita poetica di un soggetto - soggetti che ci riportano perfino in un mondo eroico, mitologico e storico. Esercitano prestigio di grande serietà e sapienza alcuni suoi ritratti nei quali abbiamo pure scoperto frammenti che riescono veramente a brillare. Fra essi ci sembrano acquistare un rilievo singolare il ritratto dell'artista con la Madre ed alcuni Autoritratti.

Ma il segno più evidente delle forze imprevedute e recondite che si nascondono in questo pittore, fra i giovani moderni, istruito tanto dell'arte sua quanto spregiudicato verso la propria scienza cui non concede illusione e riposo, lo possiamo ritrovare in una delle sue più recenti opere: Paesaggio Romano. Qui assistiamo finalmente ad una superba conciliazione della natura e dell'idea onde lo stile si fa caldo e ci da segni di una profonda umanità. Qui l'artista sembra aver identificalo nuovamente se stesso in un cimento in cui la giusta misura fa della sua opera un termine nel quale si possono confrontare i sentimenti più larghi e generali. Opera, questa, con la quale il De Chirico sembra voler giudicare come passeggere esperienze ed atteggiamenti superati quelli del passato nel tempo stesso che la sua personalità più caratteristica trova in essa, secondo noi, la sua definitiva e più armoniosa espressione.

Su questa strada noi vediamo che il cammino del giovane pittore italiano si avvia verso una sicura meta di felicità.

M. Broglio

Opere esposte :
  Dipinti a olio e a tempera.

1. Ritratto dell'artista colla madre
2. La caserma dei marinai
3. Il trovatore
4. Ettore e Andromaca
5. I pesci sacri gonauti
6. Il grande metafisico
7. Natura morta evangelica
8. Interno Metafisico
9. Interno Metafisico
10. Interno Metafisico
11. Interno Metafisico
12. Natura morta con salame
13. L'enigma dell'ora
14. Niobe
15. La partenza degli Argonauti
16. La statua che si è mossa
17. Le rose rosse
18. Autoritratto
19. Ritratto della signora Bontempelli
20. Paesaggio romano
21. Ritratto di signora
Disegni